Era
una comune giornata di primavera, una di quelle giornate dove la voglia di
studiare, aimé, era ben poca.
Perciò
più che tenere gli occhi sui libri, il mio sguardo fissava la maestosa Balena
che stava proprio lì di fronte a me. Esercita sempre un certo stupore, anche se
il giorno a catturare la mia attenzione e la mia curiosità fu qualcos’altro.
Non
ci avevo mai fatto caso, ma uno
scheletro che fino a pochi secondi prima avrei detto appartenesse a un
“banalissimo” delfino, in realtà aveva qualcosa di diverso, di speciale. Mi
avvicinai per osservare meglio.
La
sua testa era diversa, grande con la mascella provvista di pochi denti e quella
superiore addirittura nessuno.
“L’evoluzione
della specie ha dato origine ad animali simili” pensai. Quindi decisi di
documentarmi meglio su quell’animale così strano.
Fu
così che venni a conoscenza del Grampo!
Il grampo
è un delfino molto grande che raggiunge i 4,5 m di lunghezza; ha la testa
particolarmente arrotondata, ma a differenza del ben più famoso ‘’cugino’’ sprovvista
di becco. (Curiosità, sono stati trovati numerosi ibridi di delfino grampo x
delfino tursiope!).Nella parte anteriore è presente una scanalatura, carattere distintivo della
specie, che diventa più grande con l'età; addirittura la pelle che la ricopre
si vede pulsare quando il grampo emette le sue vocalizzazioni!
Questo animale appartiene al sottordine degli
odontoceti, detti anche cetacei dentati o meno comunemente denticeti, contraddistinti dal possedere denti veri e propri (6 o 7 nel caso del grampo, e unicamente
nella mascella inferiore) anziché fanoni come nell'altro sottordine dei cetacei, i misticeti. Delfini, capodogli e orche appartengono
a questo sottordine. La grande duttilità
di un sistema di nutrimento basato sulla dentatura offre ovviamente agli
odontoceti un enorme varietà di possibili prede; la dieta del grampo ad esempio è basata
prevalentemente su crostacei e
cefalopodi, e il suo cibo preferito sembrano essere i calamari.
Il corpo
presenta numerosissime cicatrici bianche molto abbondanti nella parte dorsale e
laterale, probabilmente il risultato dell'effetto combinato di una scarsa
pigmentazione dei tessuti danneggiati e di un processo di guarigione molto
lento. Dalla forma e dimensione delle cicatrici si ipotizza che siano il
risultato di lotte con altri delfini della stessa specie o di punture di
calamaro. La pinna dorsale è alta e curva, le pinne pettorali sono
relativamente lunghe e sottili mentre la pinna caudale è robusta. Lo sfiatatoio è a forma di mezzaluna,
particolarmente grande. Gli occhi sono relativamente piccoli e di forma
ellittica.
Il nuoto a differenza di altre specie,
è piuttosto lento, con emersioni per la respirazione all’incirca ogni 15
secondi. Un atteggiamento curioso del grampo è il cosiddetto ‘’headstanding’’
(o verticale) nel quale l’animale
si pone a testa in giù con la coda fuori
dall’acqua, mentre più rara è la situazione opposta,
il cosiddetto
‘’spyhopping’’( quando l'animale sale
verso la superficie, fuoriuscendo solo con la testa per 'spiare' nei dintorni,
comportamento questo tipico dei delfini).
Continuando
la mia ricerca ho scoperto che generalmente gli odontoceti vivono in branchi
(in inglese pods) fino a una dozzina di animali; questi gruppi occasionalmente
si fondono con altri, dando vita a veri e propri "supergruppi", aggregazioni
di centinaia di animali! La composizione e la struttura del branco
sono basate principalmente sull'età, sul sesso e sulla maturità sessuale dei
singoli individui.
All’interno dei 'pods' vengono stabiliti dei forti legami sociali, esiste infatti, una spiccata gerarchia. Generalmente, la grandezza dei branchi tende ad
aumentare all'aumentare della profondità e della lontananza dalla costa, e
sembra questo atteggiamento probabilmente sia correlato alle strategie
alimentari e di difesa. Molte specie mantengono una larga varietà di suoni per comunicare, e
tutte le specie utilizzano suoni secchi per l'ecolocazione.
So che nelle precedenti campagne snc non è stato mai
avvistato nelle acque del nord Sardegna e così ho accettato la sfida e farò
parte dell’equipaggio SNC 2014 con la speranza che quell’essere inanimato
prenda vita e si lasci ammirare dal vivo.
a cura di Giusy Manca e Francesca Nonnis
a cura di Giusy Manca e Francesca Nonnis
Nessun commento:
Posta un commento