07/10/14

Un grampo ma che cosa è?


Era una comune giornata di primavera, una di quelle giornate dove la voglia di studiare, aimé, era ben poca.
Perciò più che tenere gli occhi sui libri, il mio sguardo fissava la maestosa Balena che stava proprio lì di fronte a me. Esercita sempre un certo stupore, anche se il giorno a catturare la mia attenzione e la mia curiosità fu qualcos’altro.






Non ci avevo  mai fatto caso, ma uno scheletro che fino a pochi secondi prima avrei detto appartenesse a un “banalissimo” delfino, in realtà aveva qualcosa di diverso, di speciale. Mi avvicinai per osservare meglio.
La sua testa era diversa, grande con la mascella provvista di pochi denti e quella superiore addirittura nessuno.
“L’evoluzione della specie ha dato origine ad animali simili” pensai. Quindi decisi di documentarmi meglio su quell’animale così strano.

Fu così che venni a conoscenza del Grampo!

Il grampo è un delfino molto grande che raggiunge i 4,5 m di lunghezza; ha la testa particolarmente arrotondata, ma a differenza del ben più famoso ‘’cugino’’ sprovvista di becco. (Curiosità, sono stati trovati numerosi ibridi di delfino grampo x delfino tursiope!).Nella parte anteriore è presente  una scanalatura, carattere distintivo della specie, che diventa più grande con l'età; addirittura la pelle che la ricopre si vede pulsare quando il grampo emette le sue vocalizzazioni!
 Questo animale appartiene al sottordine degli odontoceti, detti anche cetacei dentati o meno comunemente denticeti, contraddistinti dal possedere denti veri e propri (6 o 7 nel caso del grampo, e unicamente nella mascella inferiore) anziché fanoni come nell'altro sottordine dei cetacei, i misticeti. Delfini, capodogli e orche appartengono a questo sottordine. La grande duttilità di un sistema di nutrimento basato sulla dentatura offre ovviamente agli odontoceti un enorme varietà di possibili prede;  la dieta del grampo ad esempio è basata prevalentemente  su crostacei e cefalopodi, e il suo cibo preferito sembrano essere i calamari.

Il corpo presenta numerosissime cicatrici bianche molto abbondanti nella parte dorsale e laterale, probabilmente il risultato dell'effetto combinato di una scarsa pigmentazione dei tessuti danneggiati e di un processo di guarigione molto lento. Dalla forma e dimensione delle cicatrici si ipotizza che siano il risultato di lotte con altri delfini della stessa specie o di punture di calamaro. La pinna dorsale è alta e curva, le pinne pettorali sono relativamente lunghe e sottili mentre la pinna caudale è robusta. Lo sfiatatoio è a forma di mezzaluna, particolarmente grande. Gli occhi sono relativamente piccoli e di forma ellittica.
Il nuoto a differenza di altre specie, è piuttosto lento, con emersioni per la respirazione all’incirca ogni 15 secondi. Un atteggiamento curioso del grampo è il cosiddetto ‘’headstanding’’ (o verticale) nel quale l’animale
 si pone a testa in giù con la coda fuori dall’acqua, mentre più rara è la situazione opposta, 
il cosiddetto ‘’spyhopping’’( quando l'animale sale verso la superficie, fuoriuscendo solo con la testa per 'spiare' nei dintorni, comportamento questo tipico dei delfini).
Continuando la mia ricerca ho scoperto che generalmente gli odontoceti vivono in branchi (in inglese pods) fino a una dozzina di animali; questi gruppi occasionalmente si fondono con altri, dando vita a veri e propri "supergruppi", aggregazioni di centinaia di animali! La composizione e la struttura del branco sono basate principalmente sull'età, sul sesso e sulla maturità sessuale dei singoli individui.
All’interno dei 'pods' vengono stabiliti dei forti legami sociali, esiste infatti, una spiccata gerarchia. Generalmente, la grandezza dei branchi tende ad aumentare all'aumentare della profondità e della lontananza dalla costa, e sembra questo atteggiamento probabilmente sia correlato alle strategie alimentari e di difesa. Molte specie mantengono una larga varietà di suoni per comunicare, e tutte le specie utilizzano suoni secchi per l'ecolocazione.

So che nelle precedenti campagne snc non è stato mai avvistato nelle acque del nord Sardegna e così ho accettato la sfida e farò parte dell’equipaggio SNC 2014 con la speranza che quell’essere inanimato prenda vita e si lasci ammirare dal vivo.

a cura di Giusy Manca e Francesca Nonnis

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