PROTOCOLLO DI CAMPIONAMENTO
Il modo migliore per monitorare una vasta area è
quello di progettare survey su transetti lineari (line transect survey) che garantiscano anche una
probabilità di copertura della zona: il metodo consente la raccolta di dati
affidabili su una superficie minore, che può essere poi esteso a tutta la
regione.
STRUMENTAZIONE
- Attrezzatura Fotografica
- Ottiche: Focali da
- Attrezzatura video-sub
- Binocoli 7x50
- GPS portatili
- Cronometro digitale
- Anemometro portatile
- Radio rice-trasmittenti
- Materiale per conservazione dei campioni
SURVEY
IN AREA OFF-SHORE
Campionamenti visivi
(visual survey) con transetti lineari predeterminati.
Durante la crociera verranno svolti dei visual
survey su transetti
lineari predeterminati (random). Durante i survey l’imbarcazione procederà a motore ad una
velocità di 7-10 nodi lungo il transetto. Gli osservatori MMO (Marine Mammal Observers) si alterneranno in
turni di 3 ore e copriranno mediante scan visivo (a occhio nudo) e con
binocolo (se necessario) un'area di avvistamento di
circa 100° ricopprendo i settori adiacenti e parzialmente
sovrapposti.
SETTORI DI
OSSERVAZIONE:
Un MMO in piedi davanti all’albero, in ricerca visiva sui settori ± 45° rispetto
alla prua della barca;
Due
MMO controllano settori ±30-120° da entrambi i lati;
Un MMO controlla il settore s poppa 120-210°.
L'AVVISTAMENTO
L’avvistamento è l’evento principale dell’attività
di ricerca. E’ un momento emozionante, ma non è possibile lasciarsi andare a
distrazioni o a concitazione: tutto può durare anche pochi secondi e se non si
attuano correttamente le procedure per raccogliere quanti più dati possibile,
verranno perse irrimediabilmente le informazioni.
Per questo, quando si fa ricerca, è necessario pianificare per tempo e neldettaglio,
le procedure e i ruoli da svolgere sull’imbarcazione durante un avvistamento,
in modo che tutto funzioni per il meglio e non sia uno stress, né per gli
animali né per i ricercatori.
Quando verranno avvistati cetacei, sarà determinato
l’angolo di avvistamento la distanza
stimata del gruppo la loro direzione di nuoto e, qualora possibile, ilgruppo tassonomico di appartenenza, la consistenza del
gruppo e ilcomportamento prima dell’avvicinamento
dell’imbarcazione.
E’ necessaria una pianificazione dell’avvicinamento
agli animali che tenga conto degli specifici obiettivi prefissati, per es.: foto-identificazione, raccolte di campioni fecali, biopsie, tagging,
ecc., e che tenga anche conto delle diverse specie incontrate.
COME COMPORTASI
DURANTE L'AVVISTAMENTO
Una volta raccolti i dati immediatamente seguenti
al primo contatto visivo gli animali verranno avvicinati per confermare la
specie e stimare la dimensione del gruppo secondo la seguente procedura:
- I gruppi di animali verranno avvicinati lentamente, di lato e leggermente indietro rispetto alla loro direzione di nuoto.
- Una volta raggiunta la distanza ritenuta necessaria per lo specifico obiettivo da perseguire, gli animali e/o i gruppi verranno seguiti con rotta parallela, ogni qualvolta possibile.
- Si eviterà di navigare tra gli animali, all'interno di un gruppo, a meno che gli individui non siano separati da più di 5 lunghezze del corpo, e in questo caso si navigherà lentamente.
- Nelle manovre in navigazione durante un avvistamento si cercherà di non separare mai le coppie madre/cucciolo.
- Si cercherà di non cambiare giri motore se non necessario, e quando necessario aumentare o diminuire lentamente e gradualmente la velocità dell’imbarcazione.
- Quando l’obiettivo della ricerca è stato raggiunto, ci si allontanerà lentamente dal gruppo.
- Si continuerà a monitorare il gruppo appena ci si allontana, nel caso che la sua direzione di navigazione sia cambiata.
Quando tutti i dati sul gruppo di cetacei saranno
stati raccolti, il gruppo verrà lasciato ed il transetto verrà raggiunto al
punto più vicino nella direzione di rotta, al fine di evitare doppi conteggi e
una conseguente sovrastima di densità.
LA
FOTOIDENTIFICAZIONE
La fotoidentificazione è uno dei metodi di
censimento piú applicato
ai mammiferi marini. Ciascun cetaceo possiede un profilo
unico e distintivo della pinna
dorsale, proprio come le nostre impronte digitali. Ciò è dovuto alle
tacche, alle cicatrici, ai marker e alle depigmentazioni
naturali, che ciascun individuo subisce nel corso della propria vita.I graffi
lasciati dai denti degli altri individui (teeth marks) possono lasciare
sull’epidermide degli odontoceti dei segni che perdurano anche molti anni.
Alcuni esemplari spesso presentano segni di eliche,
o graffi dovuti ad intrappolamento nelle reti da pesca o, nei casi più gravi,
mostrano ferite più profonde come porzioni mancanti della pinna caudale o
collasso della pinna dorsale (Baird & Gorgone, 2005).
La cattura dell'immagine del profilo della
pinna e di altri segni particolari durante l’emersione, ci permetterá di identificare
inequivocabilmente i cetacei avvistati. A tale scopo utilizzeremo fotocamere digitali ad alta
definizione e con obiettivi zoom a 300x.
La raccolta dei dati avverà, in questo caso,
tramite la “cattura-fotografica” riducendo
cosi al minimo l’impatto e lo stress sull’animale (Evans & Hammond, 2004).
Attraverso la raccolta metodologica delle
fotografie ottenute durante gli avvistamenti, creeremo dei database per specie contenenti tutte le
informazioni sulle popolazioni di cetacei del Nord Sardegna che ci supporteranno nel perseguimento dei seguenti
obiettivi di ricerca:
- Stima di abbondanza realtiva delle differenti specie di cetacei.
- Stima dei trend popolazionali e analisi della consistenza e composizione dei gruppi.
- Studio dei trend di migrazione annuali;
- Stima dell’uso dell’habitat.
I
PARASSITI COME MARCHE BIOLOGICHE
Sulla superficie esterna dei cetacei è possibile
osservare macroscopicamente crostacei parassiti ed
epibionti che possono
essere impiegati come marche biologiche (biological
tags), utili per fornire elementi d’identificazione dell’ospite ed avere
informazioni su alcuni aspetti della sua biologia ed ecologia.
Per quanto riguarda i parassiti, il copepode pennellide Pennella balaenopterae(18-
Tra gli epibionti, il cirripede coronulide Xenobalanus globicipitis (2-
La presenza di questi organismi non costituisce di per se un problema, anche se possono causare processi infiammatori locali. In ogni caso, un elevato numero di epibionti/parassiti è indice di riduzione delle difese nei loro confronti, e quindi di un precario stato di salute.
Il parassita
copepode Pennella sp. infisso nella cute di balenottera
(foto Francesca Cossu).
|
IL
MONITORAGGIO DELL'HABITAT
La modelizzazione degli habitat dei cetacei, anche se
ancora nelle prime fasi di sviluppo, rappresenta uno strumento
potenzialmente efficace per predire le loro distribuzioni e per
comprendere i processi ecologi che determinano la loro presenza o assenza in aree
specifiche (Redfern et al.,
2006).
Uno degli scopi
principali del progetto sarà
quello di caratterizzare l’habitat delle specie pelagiche e costiere dei mammiferi
marini e verificare se esiste una relazione diretta tra le variabili
ambientali, spaziali ed geologiche e la distribuzione di queste specie.
Come riportato in un recente
studio condotto nelle Isole Baleari (Modelling sperm whale habitat
preference: a novel approach combining transect and follow data) le variabili ambientali,
quali temperatura superficiale dell’acqua (SST), salinità e la clorofilla-a, possono influenzare notevolmente
la distribuzione delle diverse specie di cetacei.
Secondo le condizioni di
navigazione durante la campagna, questi parametri ambientali verranno raccolti in situ in tutte le aree monitorate, altri,
grazie alla georeferenziazione costante dell’imbarcazione, si potranno
scaricare a posteriori dal
satellite NOAA.
Oltre
alle caratteristiche
oceanografiche, i dati verranno correlati con i dati fisiografici sulla
batimetria e pendenza del fondo e, in
particolare per le specie costiere, con la
composizione geologica del fondo (sabbia,
roccia, fango, prateria di posidonia) per analizzare che tipo di influenza
hanno queste caratteristiche sulla distribuzione spaziale di queste specie e
per creare mappe predittive di distribuzione.
ANALISI DELLE FONTI DI DISTURBO
La campagna di avvistamento SardegnaNordCetacei approfondirá l’analisi delle
interazioni tra le attività antropiche e la presenza dei cetacei nell'area del Nord Sardegna per
individuare se e come gli impatti derivanti dalla pesca e dalle attività
marittime influiscono sulle popolazioni di questi animali.
PESCA
Le
interazioni pesca-cetacei sono
sicuramente una questione di crescente interesse per il mondo scientifico
internazionale. Un aspetto di questo problema riguarda le attività
d’alimentazione di varie specie di delfini presso le attrezzature da pesca, sia
da posta che a strascico.
Le
implicazioni che muovono gli studiosi a capire la dinamica del fenomeno
spaziano dallo studio dei motivi che inducono i mammiferi marini ad adottare
questo comportamento alimentare (impoverimento
degli stock ittici per
eccessiva pressione di pesca-Merrick et
al., 1997; Trites & Donnelly, 2003-o apprendimento di nuove tecniche di
alimentazione tramite social learning-Pennino et
al., 2012), alla valutazione del danno economico sofferto dagli operatori della pesca.
Le
interazioni tra i cetacei e la pesca spesso influiscono negativamente sulla
conservazione dei cetacei, causando morti accidentali (by-catch)
dei cetacei che rimangono intrappolati negli attrezzi da pesca che hanno come
target di pesca altre specie (Carretta & Enriquez, 2012; Manocci et al., 2012).
Tuttavia, alcuni eventi sono
stati descritti come cooperativi (Busnel, 1973; Pryor et al.,
1990; Neil, 2002) con catture maggiori in presneza dei delfini nelle
zone di pesca (Silva et al., 2002; Rocklin et al., 2009).
Questo potrebbe essere spiegato dal fatto che i delfini (i)
attaccano le reti solo quando le catture sono
notevoli o (ii) spaventano i pesci e li
conducono nelle reti, aumentando così le catture.
Le interazioni pesca-cetacei
risalgono a tempi antichi e sono ampiamente documentate tanto nei mari mondiali
(Schlais, 1984; Kasuya, 1985b; Corkeron et al.,1990; Silvani et
al., 1992; Broadhurst, 1998; Casale et al., 1999), come
nel Mediterraneo (Cannas et
al., 1994; Bearzi, 2002; Northridge, 2004; Lauriano et al.,2004,
2009; Rotta, 2009; Rocklin et al., 2009; Pennino et al.,
2012).
Durante
la campagna di ricerca si raccoglieranno informazioni sulla presenza/assenza e sulla tipología delle imbarcazioni
da pesca nell’area
monitorata per poter analizzare a posteriori se e come la presenza dei cetacei
sia influenzata da queste attivitá.
La
raccolta dei dati delle imbarcazioni da pesca sará georeferenziata in modo da
poter relizzare delle mappe di distribuzione della flotta di pesca del Nord
Sardegna e sovrapporlo con le mappe di distribuzione dei cetacei. Questo
permetterá di individuare possibili aree critiche che coincidono per la sovrapposizione degli habitat delle specie preda della pesca
e dei cetacei.
TRAFFICO NAUTICO
Gonzalvo et al., (2008) hanno dimostrato
come il traffico nautico nelle
Isole Baleari influenzi notevolmente
i movimenti
migratori della
popolazione residente di Tursiops
truncatus.
L’area
del Nord Sardegna, esattamente come le Isole Baleari, è un area turistica che
subisce grandi variazioni stagionali del traffico nautico che potrebbero
influenzare la distribuzione delle specie costiere dei cetacei, sopratutto in
presenza di piccoli (Lusseau, 2005).Allo stesso modo i collegamenti marittimi
da e per la penisola si intensificano durante il periodo primaverile/estivo
aumentando nel contempo il rischio di collisioni con i grandi cetacei lungo le
rotte di navigazione. Le navi di recente costruzione possono reggiungere
velocità considerevoli (anche 25-30 nodi) e i corridoi nei quali viaggiano,
costituiscono potenziali aree di rischio collisione per balenottere comuni e capodogli.
L’elevato
traffico nautico, oltre ad essere una fonte di inquinamento acustico che potrebbe interferire con il
biosonar dei cetacei, puó causare anche collisioni dirette con questi animali.
Secondo quanto emerge dallo studio "Monitoring Winter and Summer
Abundance of Cetaceans in the Pelagos Sanctuary (Northwestern Mediterranean
Sea) Through Aerial Surveys", pubblicato quest’anno su PlosOne, la mortalità
da collisione dei cetacei nel
Mediterraneo si attesta tra il 16% e il 19,9%, stima che sembra essere in
continuo aumento (Panigada et
al., 2012).
Durante
la campagna si raccoglieranno dati sulla presenza/assenza e tipologia delle
imbarcazioni nell’area monitorata. I dati raccolti saranno georeferenziati per
poter creare a posteriori delle mappe di
distribuzione delle imbarcazioni e
verificare se esistono aree di alta concetrazione che potrebbero influenzare la
presenza dei ceteacei.
LO STUDIO DEL COMPORTAMENTO
Jahoda et
al., 2005 hanno dimostrato, mediante l’analisi di dati comportamentali, che la popolazione
di stenella striata del Mar ligure fa un uso differenziale dell’habitat in
funzione del periodo mensile e la dimensione del gruppo. Alcune aree sono
utilizzate specificatamente come aree di alimentazione in cui gli individui si recano
per cacciare.
Le tecniche
di alimentazione inoltre, oltre a differenziarsi a seconda della
specie e dell’area, possono avere una stretta correlazione con le dimesioni del
gruppo ed essere influenzate dalla presenza o meno di piccoli.
Durante la campagna SNC2012 saranno
raccolti i dati sui tempi di respirazione e gli eventi comportamentali aerei e
di superficie delle specie avvistate per poter stabilire se esistono usi
preferenziali di alcuni habitat e
se alcuni particolari gruppi di individui praticano determinate tecniche di
alimentazione. A questo proposito gli avvistamenti saranno registrati mediante
l’uso di una videocamera e, quando possibile, utilizzando videocamere da
immersione.
CAMPIONAMENTO FECALE
Il campionamento
delle feci delle diverse
specie verrá eseguito con lo scopo di studiare le abitudini
alimentari di
questi mammiferi.
Le analisi coprologiche
eseguite su campioni di della balenottera comune provenienti da precedenti
campagne svolte nel Santuario dei cetacei hanno evidenziato che questa specie
si nutre quasi esclusivamente di un piccolo crostaceo e il capodoglio di un
unico genere di cefalopodi ammoniacali.
I campioni fecali possono
anche essere utilizzati per lo studio dei parassiti. L’esame copromicroscopico
mediante flottazione è la più comune metodica usata per la diagnostica
parassitologica delle feci. Questo permette di isolare e mettere in evidenza
forme parassitarie presenti nelle feci (protozoi, uova, larve), derivate dai parassiti
adulti presenti nell’ospite.
L’esame
copromicroscopico mediante
flottazione sfrutta il principio archimedeo, per cui un corpo immerso in un
liquido di peso specifico (p.s.) superiore tende a galleggiare; quindi, le
forme parassitarie presenti nelle feci immerse in una soluzione di opportuno
p.s. (soluzione di flottazione) galleggeranno, mentre frustoli e detriti fecali
resteranno sul fondo.
In breve, dopo una serie di
passaggi, la soluzione di flottazione con le feci viene posta in una provetta
sino a formare un menisco convesso, sul quale si depone un vetrino
coprioggetto, che viene successivamente posto su di un portaoggetto ed
osservato a fresco al microscopio ottico.
Infine dai campioni fecali
saranno estratti gli acidi nucleici che
saranno utilizzati per testare saggi molecolari dedicati (PCR e rtPCR) e
valutare la possibilità di utilizzare questo tipo di campione per identificare microrganismi patogeni.
PRELIEVO DEI CAMPIONI DI PELLE
Con il semplice strofinamento
di apposite "spugne" sul corpo dei cetacei sará possibile
ottenere dei piccoli campioni di pelle. Dall'analisi
genetica di questi
campioni si ottengono importanti informazioni fra
cui il sesso,
ed eventualmente la distanza genetica fra popolazioni.
I campioni di pelle ottenuti
tramite spugne o recuperati da frammenti di desquamazione saranno inoltre
analizzati a livello molecolare per stabilire lapresenza di virus a tropismo cutáneo (Poxvirus,
Papillomavirus).
CAMPIONAMENTO DEI SOFFI DEI CETACEI
Il numero di microrganismi potenzialmente patogeni che
sono stati isolati nei cetacei spiaggiati negli ultimi
anni, sottolineano l'urgente necessità per losviluppo
di nuovi metodi di rilevazione di
microrganismi che potrebbero causare malattie e aumentare la
probabilità decremento delle popolazioni di cetacei.
Alcune uova di nematodi e trematodi rinvenute nelle feci di cetacei. |
Basandoci sulle tecniche non invasive svilluppate negli ultimi anni in
California (Rocha-Gosselin et
al., 2008; Acevedo-Whitehouse et al., 2010) durante la
campagna realizzeremo uno studio pilota di fattibilitá del campionamento dell’aria
condensata del soffio dei cetacei.
Per questo progetto
utilizzeremo un’ asta telescopica in fibra di vetro alla quale è agganciata una
piastra in acrilico trasparente (40
cm x 40
cm e 4
cm di spessore), dove si fisseranno piastre di Petri
sterili monouso.
Per evitare la
contaminazione del campione il
personale che svolgerà il campionamento utilizzerà maschere e guanti di
nitrile. Inoltre, le piastre di Petri saranno installate solo al momento
del campionamento, riducendo anche esposizione a microrganismi
ambientali. Nel momento in cui i cetacei saranno in prossimità della
imbarcazione si procederà a ridurrá la velocità di navigazione e si proverà un
approccio agli animali.
Alla luce di precedenti
esperimenti (Acevedo-Whitehouse et al. 2010) sarànecessario
avvicinarsi agli animali ad una distanza di 5-6 metri e ad una distanza di
circa 10 cm
dal dorso dell'animale per evitare la contaminazione da acqua di mare. Per
la raccolta dei campioni saranno necessarie tanto determinate condizioni
comportamentali degli animali come meteorologiche.
Per ogni individuo campionato
saranno registrate le caratteristiche biologiche e si cercherà di
fotoidentificarlo per evitare di campionare lo stesso animale due volte.
Una volta raccolto il campione, la superficie delle piastre di Petri sarà sfregata con tamponi sterili che saranno raccolti in fiale sterili. Per ogni campione saranno utilizzati due tamponi che verranno conservati con 1 ml di etanolo al 96% e saranno conservati a4 °C
per le successive analisi molecolari.
Una volta raccolto il campione, la superficie delle piastre di Petri sarà sfregata con tamponi sterili che saranno raccolti in fiale sterili. Per ogni campione saranno utilizzati due tamponi che verranno conservati con 1 ml di etanolo al 96% e saranno conservati a
Inoltre saranno raccolti
campioni di aria e acqua per assicurare che i microrganismi presenti nei
cetacei non siano ambientali.
RISULTATI
PRELIMINARI SNC2012
In 10 giorni di ricerca sono state percorse 485 miglia
nautiche, di cui 400 esclusivamente di monitoraggio e 85 di navigazione.
Sono state effettuate 140 ore di monitoraggio con una media giornaliera di 12
ore giornaliere suddivise in turni di 6 ore per osservatore (3 ore per turno).
Complessivamente
sono stati effettuati 26 avvistamenti di 5 specie differenti Tursiops truncatus,
Stenella coeruleoalba, Ziphius cavirostris e Delphinus delphis.
Nello specifico la specie più avvistata è stata il Tursiope (Tursiops
truncatus)con 16 avvistamenti. Questo dato
potrebbe essere influenzato dal fatto che durante la crociera le condizioni
meteo hanno obbligato l’equipaggio a monitorare maggiormente le acque
soprastanti la piattaforma continentale (0-200 metri di profondità) che
rappresentano l'habitat preferenziale dei tursiopi. La seconda specie più
avvistata è stata la Stenella
striata (Stenella coeruleoalba) con 7 avvistamenti,
seguono lo Zifio (Ziphius cavirostris), la Balenottera comune (Balaenoptera
physalus) e il Delfino comune con un avvistamento cada uno.
Grafico 1: Numero di avvistamenti della campagna SNC2012 per specie. |
In totale sono stati
avvistati 216 esemplari: 59 Tursiopi, 105 Stenelle, 1 Balenottera, 1 Zifio e 50
individui di Delfino comune. In totale è stato registrato un indice
di avvistamento dello 0,19 (numero avvistamenti/ore di monitoraggio) e tutte le
giornate sono state positive.
|
Il comportamento
maggiormente osservato è stato il traveling,
con un 24%, cioè un nuoto continuo, in cui tutti gli individui del gruppo erano
coinvolti in un percorso coerente, generalmente distanziati solo di alcune
lunghezze l’uno dall'altro, con affioramenti ritmici seguiti da immersioni poco
profonde.
Segue il
comportamento di feeding, cioè di
alimentazione con un 21% di cui un 5% su reti da pesca, distinguibile per
le immersioni prolungate degli animali e per movimenti veloci in direzioni
contrastanti.
|
Soprattutto
nel caso della Stenella striata i comportamenti maggiormente rilevati sono
stati di socializzazione tra gli
animali, di leaping, cioè salti fuori
dall'acqua e surfing, cioè gli
esemplari si avvicinavano alla prua dell’imbarcazione seguendo la nostra
l’onda. Questo comportamento è utilizzato dagli animali come forma di risparmio
energetico.
salve vi faccio innanzitutto i miei complimenti per i contenuti del vostro blog e sono curioso di sapere se ci sarà una nuova campagna snc2013
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