È l’incredibile storia del delfino femmina Sampal che è
riuscita a fuggire attraverso un buco nella rete della struttura di
riabilitazione dove era stata trasferita su decisione dell’Alta Corte
coreana, che circa un anno fa aveva disposto la restituzione del cetaceo
al suo ambiente. Ma dopo tre anni trascorsi in una vasca
sotterranea dell’Acquario Pacific Land, in Corea del Sud, la voglia di
libertà era troppa per attendere il termine del percorso finalizzato al
riadattamento alla vita in mare.
Subito dopo la fuga, così come chi ha sognato tanto la propria
libertà quasi ad averne paura, Sampal è rimasta nei dintorni della
struttura, smarrita di fronte a quel mare infinito che non vedeva da
tanto tempi. Poi il guizzo decisivo, quello che le ha permesso di
allontanarsi mentre alcune persone cercavano di riportarla nel suo
recinto.
Recentemente l’animale e' stato avvistato nella zona mentre nuotava con altri 50 esemplari
appartenenti al branco da cui era stato separato a forza.
«Una volta che ne hanno la possibilità, i delfini sanno esattamente
cosa fare; quindi non sono affatto sorpreso che Sampal abbia deciso di
riconquistare la libertà» ha commentato Ric O’ Barry, direttore del
Dolphin Project presso l’Earth Island Institute, invitato in Corea del
Sud per una propria valutazione relativa alle condizioni psico-fisiche
di Sampal.
«Il punto è – il direttore scientifico dell’Enpa, Ilari Ferri – che
molto spesso i delfini questa possibilità non ce l’hanno. Anche perché
le strutture della cattività, nel timore di vedere compromesso il loro
business milionario, sono in prima linea nel sostenere che i percorsi di
riabilitazione e il successivo rilascio in natura dei delfini sono non
solo destinati al fallimento, ma pericolosi per la salute di questi
meravigliosi animali»
fonte:www.lastampa.it
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