Mammiferi marini nel menú: 87 specie di cetacei consumati in 114 paesi differenti.
La battaglia tra le baleniere giapponesi e gli ambientalisti nei mari dell'Antartide, le stragi di globicefali nelle isole Faer Oer o dei del fini in Giappone, sono argomenti noti al mondo occidentale, ma ben poco si conosce sul resto dei mammiferi marini nel resto del mondo.
Un nuovo studio della Wildlife Conservation Society (WCS), pubblicato nel Biological Conservation, fa luce sul consumo umano globale di carne di mammiferi marini , basandosi su circa 900 fonti di informazione. Il risultato piú clamoroso è che dal 1990, in almeno 114 Paesi, sono state mangiate 87 specie di mammiferi marini.
Naturalmente quello che oggi è diventato un tabù per molti consumatori occidentali, fino a pochi anni fa era usuale in molti Paesi, compresa l'Italia, dove si mangiava carne di delfino (il musciame) e di tartarughe marine, ma fortunatamente le cose stanno cambiano e la consapevolezza dell'intelligenza e della crescente rarità dei mammiferi marini ci ha portato a proteggerli.
Per realizzare un quadro statisticamente robusto del consumo umano di mammiferi marini nel mondo, i ricercatori della WCS hanno cominciato ad analizzare i dati sulla piccola pesca, concentrandosi su alcune specie di odontoceti, come ad esempio globicefali, delfini e focene, catturati dal 1975 e sui dati globali delle catture di mammiferi marini tra il 1966 e il 1975. Le 900 fonti consultate e le interviste con numerosi ricercatori, hanno prodotto un'indagine esaustiva che ha richiesto tre anni di lavoro. Il team ha tenuto conto solo delle informazioni con prove effettive di consumo umano di mammiferi marini, tralasciando i casi in cui sono stati catturati (intenzionalmente o no) per utilizzare la loro carne come esche per la pesca, mangime per altri animali, medicinali e altri usi.
L'elenco dei mammiferi marini uccisi per il consumo umano comprende specie misteriose come il mesoplodonte pigmeo (Mesoplodon peruvianus), la balena dal becco pigmeo, il platanista (Platanista gangetica, il delfino del fiume dell'Asia meridionale), il narvalo (Monodon monoceros), il cefalorinco eutropia (Cephalorhynchus eutropia, delfino cileno) e la focena di Burmeister (Phocoena spinipinnis). Ma nel menù degli esseri umani ci sono anche foche e leoni marini, specie note come l'otaria della California (Zalophus Californianus) e molto meno conosciute e più rare come la foca del Baikal (Phoca Sibirica). Tra i mammiferi marini che finiscono nel piatto dell'uomo bisogna annoverare anche l'orso polare (Ursus maritimus), tre specie di lamantini e il dugongo, la cui carne è considerata una prelibatezza in diversi Paesi.
Oltre a questa revisione globale, i ricercatori della WCS stanno lavorando in molti Paesi in via di sviluppo per valutare e contrastare la minaccia per le popolazioni di delfini locali che deriva dall'uso di mangiare la loro carne, col fine di elaborare delle misure di salvaguardia effettive.
I ricercatori, infatti stanno giá lavorando con i pescatori locali per trasformare le popolazioni di balene e delfini come mezzi di sostentamento alternativi, attraverso l'eco-turismo ed il Whale Watching.
source:www.greenreport.it