Una nuova ricerca, condotta da Frants Havmand Jensen, del Danish Council for Independent Research / Natural Sciences,
dimostra che i delfini d'acqua dolce producono segnali di
ecolocalizzazione ad intensità sonora molto piu bassa rispetto ai
delfini marini e che i delfini del fiume Gange ecolocalizzano a frequenze
del suono sorprendentemente basse. Lo studio, "Cliccando nei fiumi poco
profondi," è stato pubblicato sulla rivista PLoS ONE."I
delfini del fiume Gange sono una delle branche evolutive più antiche del
gruppo degli odontoceti" dice Jensen. "Crediamo che i nostri risultati
aiutino a spiegare le differenze di ecolocalizzazione tra i delfini di
acqua dolce e
marini. I nostri risultati implicano che l'intensità del suono e la
frequenza dei delfini del fiume Gange potrebbe essere stato più
vicino al 'punto di partenza' da cui i delfini marini si sono evoluti
gradualmente con alte frequenze e un biosonar piu potente. "Gli
scienziati ritengono che questa difformità sia dovuta alle
differenze tra ambienti d'acqua dolce e marini e, in particolare, alla differente posizione e
distribuzione delle prede in tali ambienti.L'ambiente in cui operano i delfini d'acqua dolce pone sfide molto diverse rispetto
ad
un biosonar impiegato nelle vaste distese del mare, dove la maggior parte dei
delfini poi si è evoluta. "I delfini che vanno in mare aperto spesso si
nutrono di prede irregolarmente distribuite, come banchi di pesci" -dice
Jensen. "Hanno avuto un grande vantaggio da una intensa evoluzione dei biosonar
che li avrebbe aiutati a localizzare la preda su lunghe
distanze, ma non abbiamo idea di come negli habitat torbidi fluviali i
delfini d'acqua dolce possano plasmare i loro segnali biosonar."I delfini d'acqua dolce sono tra le specie animali più minacciate. Si pensa che ci siano solo circa un migliaio di
delfini nel fiume Gange, uno dei sistemi fluviali più inquinati e sfruttati della Terra. I
risultati di questo studio contribuiranno a fornire agli operatori locali un nuovo strumento nella lotta per la conservazione di questi
cetacei d'acqua dolce altamente minacciati. Utilizzare i dispositivi di
monitoraggio acustico per identificare le specie locali può aiutare i
ricercatori a valutare quanti animali rimangono e a individuare quali
aree siano più importanti per loro.
Fonte: http://www.sciencedaily.com