Antartico: balenottere azzurre sotto controllo
Un team australiano del Marine Mammal Centre di Hobart, ha sviluppato un nuovo dispositivo acustico per individuare esemplari di balenottera azzurra nell'Oceano Antartico a chilometri di distanza.
"Il sistema di monitoraggio acustico passivo in tempo reale si è rivelato molto efficace per ottenere i "canti" a bassa frequenza delle balene a centinaia di chilometri di distanza, massimizzando le possibilità di localizzarle", spiega il ricercatore Mike Double.
In 500 ore di registrazioni audio sono stati catalogati piú di 20.000 canti di balene. Una volta individuati gli esemplari a cui apparteneva il canto, sono stati sistematicamente fotografati a scopo di identificazione.
Questo studio fa parte di un progetto piú ampio, il "Southern Ocean non-lethal whale Research Partnership, SORP", che da gennaio 2013 implicherá ricercatori provenienti da Argentina, Brasile, Cile, Francia, Germania, Nuova Zelanda, Norvegia, Sud Africa e Stati Uniti.
L'obiettivo del SORP è quello di garantire, sotto gli auspici della "International Whaling Commission", la conservazione delle balene nell'Oceano del Sud, la cui popolazione è stata decimata dalla pesca nel 20esimo secolo. Diverse specie sono coinvolte: la balenottera azzurra, la balenottera comune, la balena franca australe, megattere, capodogli e orche.
"Inoltre il progetto ha come finalitá la dimostrazione che esistono metodi per studiare le balene senza ucciderle, pretesto da parte di alcuni paesi, come il Giappone, per i contingenti di pesca scientifica", spiega Jean-Benoît Charassin, biologo del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi e coordinatore del progetto per la Francia e l'Europa.
Circa 250.000 esemplari di balenottera azzurra sono state arpionate prima che questa specie fosse protetta. Gli scienziati ritengono che rimangono oggi solo 5000-8000 individui. Lo studio di questa popolazione rimanente viene disperso nella vastità del mare ed è una vera sfida: "Senza queste nuove tecniche di monitoraggio remoto, la copertura di tutta l'area richiederebbe decenni e la mobilitazione di ingenti risorse", ha detto Jean-Benoît Charassin.